• Washington D. C. 2019: tutte le novità in Dermo-Tricologia

    Washington D. C. 2019: tutte le novità in Dermo-Tricologia

    Per la prima volta in tanti anni ho lasciato a casa mio marito, oltre a 2 figli, 3 cani, 5 tartarughe e partecipo da sola al Congresso annuale più importante del mondo per le Scienze Dermatologiche, l’American Academy of Dermatology. Tutto ciò che viene discusso in questa sede costituirà il futuro in Dermatologia, ciò che non verrà discusso sarà aria fritta.

    Winnie Harlow

    AAD, primo giorno. Stamattina “tradisco” per qualche ora i capelli e mi dedico ad un simposio sulla vitiligine, patologia che mi ha sempre affascinata.
    Ho molto apprezzato l’invito rivolto ad un paziente della North Carolina, affetto da vitiligine, a salire sul palco degli oratori per parlare della sua esperienza personale, così devastante che non è riuscito a trattenere le lacrime. Perché sarà anche vero
    che Winnie Harlow è diventata una super top model nonostante la vitiligine, ma per la maggior parte delle persone affette da questa patologia il rapporto quotidiano con la propria immagine non è dei più semplici.

    E’ stato un simposio molto interessante e soprattutto molto pratico.
    Poca patogenesi e tanta diagnosi, differenziale e non, e tanta, tantissima terapia. Non proprio politically correct, ma per questo innovativa, la relazione del francese Khalad Ezzedine che, dopo una rassegna dei segni prognostici negativi della vitiligine (confetti-like chiazze e segno di Koebner) ha illustrato un’opzione terapeutica molto interessante: la depigmentazione. Sembrerebbe un paradosso parlando di vitiligine, ma in realtà si tratta di una procedura che mira a dare ai pazienti quanto di più importante per la loro serenità: l’uniformità del colore della propria pelle.
    Nelle forme estese di vitiligine depigmentare la rimanente cute sana è l’unico sistema sicuro per dare al paziente ciò che desidera e renderlo sereno.
    Mi è piaciuta molto la relazione riguardante il rapporto tra vitiligine, dieta e supplementi alimentari. L’uso di antiossidanti potrebbe aiutare i pazienti malati,in quanto chi soffre di vitiligine
    ha un deficit nel gestire lo stress ossidativo: utile pertanto l’assunzione di Vitamina C, Vitamina E ed Acido alfa Lipoico, efficaci
    anche nel limitare la progressione della malattia.
    E’ importante monitorare i livelli di Vitamina D, frequentemente bassi nei pazienti con vitiligine, in quanto i melanociti posseggono dei recettori specifici per tale vitamina. Analogamente i livelli di zinco e rame nei pazienti malati sono spesso insufficienti, ma l’effettiva correlazione con l’evoluzione della vitiligine necessita
    di ulteriori studi. Nella dieta non dovrebbero mancare cibi ad elevato potere antiossidante. Infine le piante: il Ginko Biloba ha un’azione antiossidante ed antinfiammatoria e può essere utile per aumentare la pigmentazione e ridurre le recidive; il Polypodium Leucotomos ha un’azione protettiva dai raggi ultravioletti e il Tè Verde è ricco di sostanze antinfiammatorie.

    Molto interessante anche la rassegna delle principali opzioni terapeutiche: cortisonici per via sistemica nelle fasi acute, Tacrolimus e steroidi topici per favorire la repigmentazione, ancora Tacrolimus e fototerapia per contenere le recidive. Ampio spazio è stato dedicato alla fototerapia e ciò che mi ha sorpreso, perché molto lontano dalla mentalità di noi europei, è stato il suggerimento, rivolto ai pazienti di dotarsi di apparecchiature professionali NB-UVB (Narrow Band UVB) in casa: l’investimento economico iniziale (circa 3200 dollari per una lampada a statura uomo) viene ampiamente ammortizzato dalla disponibilità di utilizzo nel corso degli anni con elevato risparmio anche del tempo necessario per recarsi a sottoporsi ad ogni seduta.

    E per finire, cosa c’è di nuovo? John E. Harris, Professor alla University of Michigan, ha passato in rassegna le molecole attualmente oggetto di studio: Interferon gamma, gli anticorpi CXCL10 e CXCL3, l’Interleuchina 15 e, specifico per la repigmentazione, l’Alfamelanotide.

    Tre ore intense, letteralmente volate.
    Da oggi pomeriggio si ritorna a parlare di capelli.

     

     

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