• L’occhiata.

    L’occhiata.

    In vent’anni di onorevole carriera ospedaliera non sbaglio se affermo che centinaia e centinaia di volte sono stata vittima ”dell’occhiata”.
    Ma cos’è la temutissima occhiata che ogni Dermatologo purtroppo conosce e teme come la peste?
    Prima di parlarne bisogna specificare in quali sedi l’occhiata viene maggiormente richiesta: al bar, nel parcheggio dell’ospedale, di fronte alla porta della toilette, in ascensore, in spiaggia, nei corridoi ed in qualunque altro luogo al di fuori dell’ambulatorio medico.
    Mi è personalmente capitata una richiesta di occhiata mentre ero in attesa, fuori dalla stanza di radiologia, del referto della mammografia!
    L’occhiata è quel qualcosa che il dermatologo deve essere in grado di mettere in atto in qualsiasi luogo ed in qualsiasi condizione: tanto è solo un’occhiata!
    La lista della tipologia di richieste può essere infinita:
    – dottoressa, mi da’ un’occhiata a questo neo della gamba che mi prude? (giardino dell’ospedale in pausa pranzo, pantalone alzato e calza arrotolata);
    – dottoressa, mi controlla con un’occhiata se ho una verruca? (corridoio di radiologia, zoccolo a terra e piede sotto il mio naso);
    – dottoressa, ho un prurito in testa, mi da’ un’occhiata? (parcheggio dell’ospedale, al momento di salire in macchina);
    – ehi, dott, mi guardi questa macchia che ho sul collo? (spiaggia, momento del bagno con i miei figli);
    E potrei andare avanti all’infinito.

    E’ ovvio che ogni occhiata implica tassativamente da parte di chi la richiede una diagnosi, una terapia e, perchè no, magari anche una ricetta lasciata in portinera (così è più comodo ritirarla).
    Tutto ciò accade perché la dermatologia viene banalizzata e ridotta ad un’occhiata, senza tenere contro che dietro quell’occhiata ci sono anni e anni di studio e di perfezionamento.

    L’esempio più banale? La richiesta di occhiata ad un neo della pelle. Tante volte sono stata inseguita fuori dagli ambulatori da qualcuno che aveva l’esigenza immediata di farmi dare un’occhiata ad un neo. Ma dietro quell’occhiata che consente di capire se un neo è benigno o maligno e che in una manciata di secondi consente di monitorare colore, bordi, aspetto e dimensione del neo, ecco, dietro quell’occhiata c’è un mondo dermatologico troppo spesso non preso nella giusta considerazione.
    Non solo: se è vero che per il Dermatologo, dopo il bagaglio di studi, l’occhio è la parte anatomica indispensabile per la diagnosi (e spesso lo dico ai miei pazienti quando tentano di farmi una descrizione di quello che hanno al telefono: bisogna vedere!!!!!) è altrettanto vero che l’occhiata spesso non è sufficiente, anche perchè l’occhiata deve essere data con determinate condizioni di luce, spesso con l’aiuto di una lente o di un dermatoscopio. Le lesioni e le patologie dermatologiche hanno mille diverse sfumature, e ciò che ad una prima impressione può sembrare identico è in realtà diversissimo, anche in termini di prognosi e di evoluzione futura.
    Spesso un’occhiata non basta ma ce ne vogliono anche cento per fare una diagnosi seria e corretta!

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